20.11.06

Dichiarazione di voto Consiglio 21/11

Premesso che

* Landriano è un paese ed è una comunità a vocazione agricola, come lo è storicamente tutta l’area dell’Alto Pavese;
* Dall’inizio degli anni 80 per una serie di eventi indipendenti dalle decisioni dei governi locali, l’area comunale ha dovuto affrontare ed assorbire l’impatto di un insediamento industriale che ha richiesto la gestione di problematiche complesse e con ripercussioni di portata notevole sulla sicurezza e sulla qualità della vita dei cittadini;
* L’amministrazione comunale si è trovata più volte a prendere decisioni che incidono in modo sostanziale sulle future generazioni dei landrianini, senza consultare in fase preliminare la popolazione o quantomeno le categorie dei cittadini che da queste decisioni sarebbero stati toccati direttamente o le associazioni ambientaliste; fra queste citiamo ad esempio

o l’improvvisa ed accelerata attività edificatoria e il conseguente aumento demografico degli anni più recenti che fanno sempre più assomigliare Landriano ad un “paese dormitorio” definizione di cui le periferie delle grandi città possono fregiarsi senza nessun vanto,
o l’insediamento di una logistica di dimensioni e di impatto anche visivo ed ambientale notevoli,
o il centro commerciale e le relative conseguenze sulle attività dei negozianti del centro storico,
o le residenze attigue al centro commerciale, che avrebbero dovuto mantenere le caratteristiche costruttive dell’architettura agricola e che per esigenze “di mercato” sono state trasformate in casermoni anonimi degni dei più famosi palazzinari,
o .. e molte altre ancora;

* Nonostante le molte scelte operate in assoluta indipendenza rispetto alla volontà dei cittadini, o quanto meno in assenza di consultazione popolare, le ultime amministrazioni che si sono avvicendate hanno sempre propagandato posizioni di grande apertura e disponibilità all’ascolto del cittadino e hanno sempre dichiarato di voler agire nella massima trasparenza in relazione alle proprie scelte di gestione;

* nel programma e negli indirizzi generali di governo che l’attuale amministrazione ha presentato agli elettori nel 2004 c’è scritto testualmente: “…omissis…..In particolare vogliamo governare lo sviluppo urbanistico e procedere ad un completamento dello sviluppo industriale, artigianale e commerciale, sostenibile con l’ambiente al fine di promuovere l’economia locale nella salvaguardia della vocazione agricola del nostro territorio…omissis….” Ci domandiamo: “È forse salvaguardare la vocazione agricola del territorio far sparire una delle ultime cascine nell’abitato del paese per costruirci dei palazzoni? Oppure costruire al posto della cascina Santa Rita la logistica CABLOG?... e ancora demolire la vecchia Filanda per costruire un alveare? E cosa dire del vecchio Consorzio Agrario sul quale qualcuno, stracciandosi le vesti, aveva dichiarato:”Chi vorrà costruire degli appartamenti su quell’immobile dovrà passare sul mio cadavere!!! - ” RISULTATO ??… Altri palazzi !!.. e non è finita qui… prossimo obiettivo sarà veramente l’ultima cascina del centro abitato, la cascina Buffina. Abbiamo dato un’occhiata al progetto a firma di uno dei soliti professionisti vicini a questa amministrazione (nel senso che ha ricevuto molteplici incarichi): ebbene sì, anche questa verrà demolita per lasciare spazio al mercato immobiliare;

tutto ciò premesso

affermiamo che siamo contrari a definire a priori delle linee guida che non siano chiare ed esaustive.

In questa delibera si vuole proporre di approvare le linee guida per le varianti, incluso l’insediamento di una nuova logistica che sarà quasi il doppio di quella già esistente senza considerare che sarebbe la terza nel territorio comunale.


Per quanto riguarda la dismissione e la rilocalizzazione degli allevamenti suinicoli, non è indicato chiaramente quali e quante tipologie di attività saranno consentite ed il loro impatto ambientale in relazione alle residenze adiacenti.

E’ impensabile stabilire a priori l’ampliamento una tantum sino al 30%, o comunque non superiore a 3.000 mq, di insediamenti produttivi esistenti senza valutare caso per caso gli impatti di tali ampliamenti e da chi sono richiesti.

Deliberare progetti in variante agli strumenti urbanistici vigenti o alla previsione di pianificazione esecutiva fa venir meno il controllo sui progetti stessi.

Per cautelare maggiormente l’amministrazione comunale dette linee guida dovrebbero invece individuare le aree da destinare agli insediamenti produttivi, regolandone gli interventi, e dire chiaramente cosa è permesso realizzare e cosa no.



Quindi

PROPONIAMO

in coerenza con quanto sempre affermato dall’Amministrazione in merito alla trasparenza delle scelte amministrative,

o DI SOSPENDERE QUESTA DELIBERA

o DI INDIRE UNA CONSULTAZIONE POPOLARE ATTRAVERSO UN REFERENDUM


Questa è la giusta via per illustrare alla popolazione gli eventuali aspetti positivi dell’insediamento e delle altre varianti puntuali, avere una pluralità di informazioni, garantire che tutti i cittadini possano essere partecipi allo sviluppo futuro del paese ed essere coscienti delle decisioni assunte dall’amministrazione senza subirle ormai a giochi fatti con l’impossibilità di manifestare la loro volontà.

In caso contrario il nostro voto sarà negativo.

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