23.11.06

Sul consiglio comunale del 21

La seduta consiliare di Landriano si è trasformata in un vivace scontro verbale tra il Sindaco Aguzzi, la minoranza e persino alcuni cittadini seduti tra il pubblico, che si sono persino inseriti nel dibattito in aula pur di far sentire le proprie ragioni. Le cause di questa diatriba dialettica sono da ricondursi al contenuto del terzo punto all’ordine del giorno: l’approvazione di una procedura di legge che alleggerirebbe l’iter autorizzativo per l’insediamento sul territorio di nuove attività produttive.

Visti gli enormi sviluppi urbanistici di Landriano negli ultimi anni è facile prevedere quali importanti ripercussioni, un tema del genere, potrebbe portare al territorio cittadino. Proprio per questo il consigliere Luigi Codazza ha argomentato una lunga ed articolata dichiarazione di voto premettendo che “Landriano è un paese ed è una comunità a vocazione agricola, come lo è storicamente tutta l’area dell’Alto Pavese. Dall’inizio degli anni 80, per una serie di eventi indipendenti dalle decisioni dei governi locali, l’area comunale ha dovuto affrontare ed assorbire l’impatto di insediamenti industriali che hanno richiesto la gestione di problematiche complesse e con ripercussioni di portata notevole sulla sicurezza e sulla qualità della vita dei cittadini.

L’amministrazione comunale si è trovata più volte a prendere decisioni che incidono in modo sostanziale sulle future generazioni dei landrianini, senza consultare in fase preliminare la popolazione o quantomeno le categorie dei cittadini che da queste decisioni sarebbero stati toccati direttamente; fra queste citiamo ad esempio: l’improvvisa ed accelerata attività edificatoria e il conseguente aumento demografico degli anni più recenti che fanno sempre più assomigliare Landriano ad un “paese dormitorio” caratteristica non proprio brillante di tutte le periferie delle grandi città; l’insediamento di una logistica di dimensioni e di impatto paesistico ed ambientale notevole; il centro commerciale e le relative conseguenze sulle attività dei negozianti del centro storico; le residenze attigue al centro commerciale che dovevano mantenere le caratteristiche costruttive dell’architettura agricola e che invece, per esigenze “di mercato”, sono state trasformate in casermoni anonimi degne dei più famosi palazzinari.

Nonostante le molte scelte operate in assoluta indipendenza rispetto alla volontà dei cittadini, o quanto meno in assenza di consultazione popolare, le ultime amministrazioni che si sono avvicendate hanno sempre propagandato posizioni di grande apertura e disponibilità all’ascolto del cittadino e hanno sempre dichiarato di voler agire nella massima trasparenza in relazione alle proprie scelte di gestione. Tanto è vero che nel programma e negli indirizzi generali di governo presentati fumosamente agli elettori era scritto testualmente: “In particolare vogliamo governare lo sviluppo urbanistico e procedere ad un completamento dello sviluppo industriale, artigianale e commerciale, sostenibile con l’ambiente al fine di promuovere l’economia locale nella salvaguardia della vocazione agricola del nostro territorio”.

Ci appare, allora, quantomeno logico domandarci: “È forse salvaguardare la vocazione agricola del territorio far sparire una delle ultime cascine nell’abitato del paese per costruirci dei palazzoni? Oppure costruire al posto della cascina Santa Rita la logistica CABLOG? E ancora demolire la vecchia Filanda per costruire un alveare? E cosa dire del vecchio Consorzio Agrario sul quale qualcuno stracciandosi le vesti aveva dichiarato:”Chi vorrà costruire degli appartamenti su quell’immobile dovrà passare sul mio cadavere!!! ”. Risultato??? …Altri palazzi!!!

Purtroppo non è finita qui: prossimo obiettivo sarà veramente l’ultima cascina del centro abitato, la cascina Buffina. Abbiamo dato un’occhiata al progetto a firma di un professionista che ha già ricevuto molteplici incarichi da questa Amministrazione: ebbene sì, anche questa verrà demolita per lasciare spazio al mercato immobiliare”

Premesso tutto ciò è stato proposto al Sindaco, proprio in coerenza con quanto sempre affermato dall’Amministrazione in carica in merito alla trasparenza delle scelte amministrative, di indire una consultazione popolare attraverso un referendum sull’argomento. “Questa è la giusta via per illustrare alla popolazione gli eventuali aspetti positivi dell’insediamento ed è la garanzia che tutti i cittadini possano essere coscienti delle decisioni assunte dall’Amministrazione e che non debbano subirle ormai a giochi fatti senza poter dire la loro. Ma se cosi non fosse, non voteremo mai a favore di questa proposta di deliberazione nella quale ci volete proporre di approvare le linee guida per l’insediamento, ad esempio, di una nuova logistica che aggraverà i problemi creati da quelle già esistenti e che costituirebbe la terza nel territorio comunale”. Nonostante l’ampia ed esauriente illustrazione del Consigliere Luigi Codazza la proposta del gruppo “Sostieni Landriano” non è stata accolta dall’Amministrazione che ha minimizzato le conseguenze a cui porterebbe questo importante documento al voto del Consiglio Comunale. Pertanto questo fatto si è trasformato in una dichiarazione di voto negativa della minoranza e in una accesa contestazione di alcune persone sedute tra il pubblico, che hanno abbandonato l’aula gridando il loro dissenso popolare verso la condotta della discussione da parte del Sindaco.

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